Winfred Gaul - Trilogia "Recycling 1981-1997" presso CRAC Puglia


Sabato 10 dicembre 2022, alle ore 18.00 al CRAC Puglia (Centro di Ricerca Arte Contemporanea) della Fondazione Rocco Spani Onlus avrà luogo l'inaugurazione della mostra retrospettiva del celebre maestro Winfred Gaul (Düsseldorf, 1928 - Kaiserswerth, 2003) a cura di Alberto Zanchetta.

La mostra è promossa e organizzata dal CRAC Puglia, unitamente a Roberto Peccolo, patrocinata da Comune di Taranto, Regione Puglia (Assessorato Cultura, Tutela e Sviluppo Delle Imprese Culturali, Turismo, Sviluppo e Impresa Turistica) e Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" e in collaborazione con istituzioni territoriali e nazionali, le associazioni Amica Sofia di Perugia, F@MU (Famiglie al Museo), Comitato per la Qualità della Vita, Ella, Federazione Italiana delle Associazioni e Club per l'UNESCO di Taranto, Associazione Marco Motolese, Associazione Contaminazioni, Amici dei Musei Taranto, Tarenti Cives, #Ante Litteram, Gruppo Taranto e FAI delegazione di Taranto.

La mostra rappresenta la prima retrospettiva organizzata sul suolo nazionale per il ventennale dalla scomparsa dell'artista tedesco e raccoglie una significativa selezione delle opere della serie Recycling 1981-1997, nel solco della ricerca e della sperimentazione visiva, con opere realizzate attraverso il riciclo di vecchi cartoni.
Catalogo a cura delle Edizioni Peccolo.
Nel 1981 nascevano due serie di lavori di formato piccolo ai quali avrei dato non senza motivo il titolo di “Recycling” poiché sono nati grazie al riutilizzo di materiale destinato alla distruzione. Il materiale d’origine (cartone Bristol o il francese BFK Rives) di una delle serie proviene dal mio studio, per l’altra si tratta di avanzi dell’industria dell’imballaggio, e cioè da scatole di cartone per vino, vuote.

Nel primo caso, strappando disegni mal riusciti, creavo piccoli pezzetti di carta, alcuni con strane forme che mi affascinavano e stimolavano la nuova elaborazione. Anche nel secondo caso la forma (di una croce o di un trittico “in miniatura”) nasceva -diciamo automaticamente- distruggendo o scomponendo una scatola di cartone contenitore per bottiglie di vino. Il tutto era solo una questione di percezione. 
Nel processo di distruzione il contenitore perdeva la sua funzione per uno scopo specifico. Smetteva di essere un oggetto utile trasformandosi di nuovo in un pezzo di cartone che mi lasciava libero spazio alla fantasia. Invece che fra le immondizie questo “scarto” finiva sul mio tavolo da disegno, dove con l’aiuto di lapis e di matite colorate, di trementina, colori a olio e acrilici iniziava il suo “recycling”.
In rapida successione nascevano così due serie di pitture per così dire “in nucleo”, compiute in se stesse, ma chiaramente divise fra loro. Ciò che si provava qui in maniera giocosa, veniva presto introdotto e previsto poi per lavori sui grandi formati. Andrebbe però per lo meno ricordato che ciò non era possibile senza le modifiche imposte dal materiale e dalla misura. Per questo i grandi dipinti non sono semplici copie delle “miniature”, né si rende giustizia a queste opere considerandole unicamente studi preparatori dei grandi lavori. La loro spontaneità e freschezza deriva non per ultimo dal loro piccolo formato. Winfred Gaul


Alcune immagini del vernissage  (Foto credits: Giorgio Ciardo)






Articolo tratto dalla rivista "Lo Jonio"




Jacques Villeglé, un altro addio

 


2010, mostra Novo-Realismo a Brescia: un bel pomeriggio di festa con Ginette Dufrene (a sinistra) e l’amico Jacques Villeglé che, in silenzio, ieri ci ha lasciato.

Il suo riserbo e le sue speciali lacerazioni rimarranno nei nostri ricordi e nella storia dell'Arte Moderna.

A Mike e Lynn - Days of wine and rose

 

Lynn Umlauf e Mike Goldberg, Spannocchia (Luglio 2007)


"The days of wine and roses laugh and run away like a child at play
Through the meadow land toward a closing door
A door marked "nevermore" that wasn't there before
The lone-ly night discloses just a passing breeze filled with memories
Of the golden smile that introduced me to
The days of wine and roses and you"

Days of Wine and Roses, Frank Sinatra

Lynn nel suo studio a Spannocchia (luglio 2007)

Copyright foto: G. Ippolito




Elegia per Lynn Umlauf

 Condividiamo con i medesimi sentimenti di Lucio Pozzi, questo scritto in ricordo di Lynn

(Lynn Umlauf nel suo studio)


Ahi. Maria Samson mi ha mandato una foto dei citofoni al 222 Bowery e il fascio di luce della storia mi ha colpito al cuore: Goldberg, Giorno e ora Umlauf sono diventati ricordi. In questi ultimi anni, Nonas, Highstein, Kirili, Gorchov, Kertess, Robert Morris, dopo Suzie Harris, Ree Morton e Gordon Matta Clark e altri che ci passavano in visita e che sono parte della mia vita, hanno smesso di respirare la nostra aria.

Ci sono stati anni di solitudine in cui mi fiondavo a cena da Mike e Lynn quando mi sentivo troppo solo. Stavano puntualmente cucinando con attenzione e c’erano sempre altri ospiti e sempre litigavano per il sale o l’arrosto. Il vino serviva a festeggiare e il grande tavolo da lavoro era pieno di libri che mi tuffavo a sfogliare. Andavo di sopra da lei a vedere i suoi nuovi lavori mentre quelli di Michael, alcuni ancora non finiti, erano sempre esposti nel suo immenso studio.

Avevo conosciuto Lynn nei primi anni ’70 poco dopo aver conosciuto Michael. Prima di trasferirsi da lui, viveva in un loft a Chinatown. In quel periodo, sia io che altri amici, non avevamo sempre voglia di andare nel suo studio perché lì non potevi certo cavartela con commenti sbrigativi. Lei esigeva un’attenzione molto più impegnata rispetto alle normali visite rilassate tra artisti. Naturalmente, avrebbe poi proiettato la stessa attenzione quando guardava il lavoro altrui.

La sua presenza era contrassegnata da un assoluto rispetto per l’intera esperienza artistica. Altrettanto rispetto rivolgeva anche al cibo e agli oggetti. Quando fai qualcosa gli riservi una semplicità rituale. Se guardi qualcosa, sii rispettoso e cerca di vedere davvero.

Lynn era leale con quelli che sentiva vicini. C’erano persone che le interessavano meno, a volte solo per un periodo, altri – per un motivo o l’altro – li aveva allontanati. Ma la sua equità era riservata anche a loro. Non l’ho mai sentita spettegolare o parlare male di qualcuno. 

La sua arte era partita da sensibili superfici riduttive e si era evoluta verso una specie di ‘complessa semplicità’ di immagini, materiali, riflessi, opacità, peso e leggerezza. Questo ossimoro la definisce bene, nell’arte e nella vita.

Lucio Pozzi, 6 febbraio 2022


Ahi. Marja Samson just sent me a photo of the intercoms at 222 Bowery and the beam of history hit my heart: Goldberg, Giorno and now Umlauf have become memories. In the last few years Nonas, Highstein, Kirili, Gorchov, Kertess, Robert Morris following Suzie Harris and Ree Morton and Gordon Matta Clark and others who visited there and that are part of my life, have stopped breathing our air.

During certain years of solitude, whenever I felt lonely I would crash dinner at Mike and Lynn’s place. They were inevitably cooking with great attention and there would always be guests and they relentlessly bickered about the salt or the roast. Wine was celebratory and the central large worktable was covered with books I eagerly leafed through. I went upstairs to see her recent work and Mike’s would be on display in his immense studio, whether finished or in process.

I had met Lynn in the early seventies shortly after Mike had befriended me. She was living in a loft in Chinatown before moving in with him. I and some friends were somehow wary of visiting her studio then, because you could not get away with some cursory response there. She demanded a commitment of attention that was unusual during more relaxed visits to other artists. The same attention she in turn would project when seeing friends’ works.

An absolute respect for the whole of artistic experience marked her presence in our circle of friends, a respect equally distributed to food and objects as well. 

When you do something, there is a ritual simplicity to it, if you look at something, do be considerate and try to really see.

Lynn was loyal to those she felt close to. There were people she cared less about, sometimes for a period only, others she had for some reason or other distanced from herself, but her fairness extended even to them. I never heard her gossip or say something nasty about anybody.

Her art started from sensitive reductive surfaces and evolved towards a kind of complex simplicity of images, materials, reflections, opacities, weight and flight. This oxymoron defines her best in art and life. 

Lucio Pozzi, 6 February 2022