Claudio Cintoli, nasce a Imola nel 1935 e muore a Roma nel 1978.
Dopo la mostra retrospettiva dedicatagli da Giorgio Cortenova nel 1984 al Palazzo Forti di Verona,
l'interesse per l'opera di Cintoli si è risvegliato recentemente con la mostre del 2010 al Centro Pescheria di Pesaro curata da Ludovico Pratesi e Daniela Ferraria e la recente del 2012 al Museo MACRO di Roma.
Mostre in cui è stata riproposta all'attenzione della critica e del pubblico l'opera di questo poliedrico artista che appartenne alla giovane generazione romana di Piazza del Popolo. Insieme con i compagni di strada Ceroli, Pistoletto, Pascali e Kounellis, già dagli inizi degli anni sessanta, espone i suoi lavori presso la Galleria Sperone a Torino e alla Galleria L'Attico di Fabio Sargentini. In quegli stessi anni comincia a realizzare performance e installazioni esaltando il mezzo del video e del cinema con pellicole a 35 mm. prodotte dalla Corona Cinematografica. Sarà invitato a partecipare, nel 1967 alle mostre Lo spazio dell'immagine a Foligno e l'anno seguente, presso la Galleria L'Attico di Roma, Lo spazio degli elementi: Fuoco Immagine, Acqua, Terra. Mostre che saranno il prologo della famosa Arte Povera organizzata in seguito a Genova da Germano Celant.
Nel 1965 una sua grande opera Giardino per Ursula, realizzata con pannelli dipinti e composti da assemblaggi di materiali vari, sarà installata coma decorazione della famosa discoteca Piper Club a Roma. (L'opera purtroppo è oggi perduta).
In mostra a Livorno sono esposti una serie di rari e bellissimi collage polimaterici del periodo 1961-1963, una ristretta "stagione" di intenso lavoro come la definisce Flaminio Gualdoni nella prefazione in catalogo, che ben rappresentano la raggiunta maturità di questo precoce artista. Nella serie dei collage si percepisce la sua personale interpretazione dell'utilizzo degli object trouvé, intrapreso dai suoi contemporanei francesi del Novo Realismo (Arman, Spoerri e gli altri) unita all'omaggio ai due "maestri romani già famosi" Burri e Rotella di poco più anziani e da lui amati.
Nel catalogo che accompagna la mostra, a cura delle Edizioni Peccolo, nella prefazione Flaminio Gualdoni introduce alle tappe salienti delle opere di questa breve "stagione" e un testo di Daniela Ferraria che analizza i "collage polimaterici" realizzati da Cintoli tra il 1961 e il 1963.