In occasione del centesimo anniversario dalla sua nascita, lo Spazio Artenetwork Orler di Venezia, omaggia l’artista con una esposizione concepita per celebrarne il genio creativo, evocando l’impronta indelebile che Georges Noël ha lasciato nell’immaginario collettivo dell’arte, soprattutto laddove egli stesso definiva la propria biografia una narrazione, un viaggio evocativo attraverso le sue opere pittoriche.
Un viaggio con due percorsi, due città: ecco che la mostra, dopo essere stata ospitata al CRAC, Centro Ricerca Arte Contemporanea di Taranto da marzo ad aprile, trova ora in Venezia il nuovo contesto spazio temporale ove proporre una riflessione su di un artista che dichiarava spesso di avere avuto la fortuna, nel corso della propria longevità artistica, di non essersi mai allontanato dal fanciullo che era in lui.
Guarda il video di presentazione della mostra: LINK
Palinsesti 1959-1962 e Paesaggi notturni, 1961 - 2000, una mostra di opere pittoriche su carta e tela progettata Giulio De Mitri, artista e Presidente del Crac Puglia e curata da Roberto Peccolo, storico gallerista di Livorno.
Da Venerdì 31 maggio alle ore 18.00 lo Spazio Artenetwork Orler, Fondamenta de La Pasina 1114 a San Silvestro, (Vaporetto linea 1 fermata San Silvestro)
Periodo: 31 maggio – 30 giugno 2024; Vernissage: venerdì 31 maggio ore 18.
In mostra sono esposte una serie di oltre venti opere su carta realizzate dall’artista durante gli inizi degli anni 2000, in cui sono palesi il suo interesse per la cosmogonia, i misteri e le fantasie sognate e sognanti nell’osservazione del cielo stellato notturno.
“Giudicare una corrente senza tenere conto del clima culturale, della concreta personalità dell’artista, dell’ambiente storico in cui un’opera sorge, senza cioè mettere bene a fuoco di volta in volta il nostro occhio, spostando, se occorre, gli angoli visuali, è un errore che non fa comprendere la storicità dell’arte, la sua concretezza.”
Così scrive il grande critico d’arte Guido Ballo, che sottolinea l’importanza dell’approccio multidisciplinare all’arte, ottica che si concentra sull’analisi dei processi globali e culturali originati dalla prospettiva dell’artista come osservatore privilegiato dei fenomeni sociali e nel caso di Georges Noël (Bezier, 1924 - Parigi, 2010) anche come divulgatore di interessanti progetti educativi, tanto che viene consacrato per sempre tra i grandi dell’arte informale francese ed internazionale, accanto ad Hans Hartung, Georges Mathiéu e Pièrre Soulages.
La storia della ricerca di questo grande artista è sorprendente: ha origine dalla sua attenzione al linguaggio segnico, al geroglifico, al segno grafico, in particolare alla pre-scrittura, a quel momento carico di tensione e di mistero che precede la sintesi tra pensiero e parola. Ed ecco che, attraverso le sue opere, si intraprende un viaggio tra parola e immagine, tra fonema e segno: il pittore crea sulla superficie segni liberi di riflessioni e di narrazioni di un linguaggio emozionale.
In occasione della mostra è stata realizzata, per le Edizioni Peccolo di Livorno, una pubblicazione contenente testi di Giovanna Tagliaferro, Margit Rowell, Federico Sardella e uno scritto dell’artista.
Durante la presentazione della mostra di Georges Noel a Taranto, Margit Rowell ha descritto il loro primo incontro all’interno di una chiesa romanica a Rouen che, da giovane studiosa di archeologia stava visitando. Quando Georges Noel le rivolse la seguente frase: “Non ti interessare solo dei morti, interessati dei vivi!”.
Nel descrivere questo loro primo incontro, Margit si commuove: “È stato lui a cambiare il mio occhio e il mio modo di vedere le opere della contemporaneità; a farmi calare in una dimensione differente, prima di allora per me totalmente sconosciuta”.
Quando l'artista incontra Margit aveva deciso di dedicarsi totalmente all’arte e amava dichiarare: “Ho un’autobiografia che si esprime attraverso la scrittura pittorica, cioè scrivo la mia vita sul quadro, sulla scultura, scrivo e riscrivo senza sosta. Sono uno scriba come gli scribi egiziani.”
Quella lunga serie di quadri conterrà per tutti nel titolo la significativa parola “Palimpseste”. Il suo vocabolario di segni, misterioso e magico, testimonia anche la sua fascinazione per le culture preistoriche, arcaiche, tribali proprio per le loro energie primordiali.
Georges Noël (Bezier, Francia, 1924 — Parigi, 2010) dopo avere studiato disegno, pittura, design ed architettura, per un lasso temporale dal 1947 al 1955 lavora come progettista disegnatore in un’azienda aeronautica ed è solo l’anno dopo che si dedica completamente alla sua passione più vera, quella per l’arte pittorica trasferendosi in una città densa di ispirazione come Parigi.
Il suo lavoro attinge all’arte informale, cosciente dello storico sviluppo storico di questo movimento, dal quale apprende e prende in prestito diverse forme espressive dal gesto al segno, sviluppando un pittura scultura in movimento. Inizia in quegli anni parigini le sue famose opere intitolate Palimsesti, ruvide superfici sabbiose, simili a muri, sulle quali accumula scritture, segni, gesti e graffi in un continuum di cancellature e riscritture che si sovrappongono e annullano a vicenda e le espone nella sua prima personale, del 1960, alla Galerie Facchetti di Parigi che sulla scena francese era, in quegli anni, la galleria di riferimento per tutti i pittori che prendevano le distanze dall’ “Informale”, diventato un vuoto stilema imperante in tutta Europa.
La sua poetica attinge al suo background culturale restituendo alla pittura segni, sensazioni, illusioni, energia da tutti gli elementi della natura e le opere di questa mostra ce lo dicono, attraverso la loro fisicità di tavole affioranti dall’universo creativo dell’artista, il quale è presente, con le sue opere, in importantissimi musei e collezioni pubbliche.
Chiacchierata informale a cura di Willy Montini con Margit Rowell, Giulio Di Mitri e Roberto Peccolo durante il vernissage della mostra
Rassegna stampa on line.
Arte.it: Arte.it
Experiences.it: Experiences