La prime volte ti avevo incontrato senza barba, solo con un piano terreno dove esponevi mostre personali di artisti di grande nome e sempre di alto livello con installazioni museali che facevano risaltare le opere nella loro completezza.
Arrivare da te nella tarda mattinata, significava visitare una bella mostra e incontrarti circondato dagli artisti della tua “scuderia” o simpatizzanti con il clima che avevi creato intorno a te, per conversare su progetti di mostre, produzione di multipli o stampare libri o riviste informative o quant’altro c’era in ballo.
Conversazioni che poi continuavano nella pizzeria vicina durante un brunch.
Per me, conoscerti e venire a trovarti nelle mie brevi fughe dalla provincia, era una veloce immersione nell’atmosfera contemporanea che all’epoca respiravo, mista allo smog, solo a Milano.
Poi, negli anni, ho visto crescere la tua folta barba e aumentare i piani, per incontrarti dovevo salire fino al terzo piano della tua torre d’avorio, Fondazione, dove, sempre contornato dalle opere dei tuoi artisti più amati, te ne stavi indaffarato in mille progetti ma pronto ad ascoltare le miei proposte, come pure quelle di altri visitatori.
Per un paio d’anni abbiamo anche collaborato scambiandoci progetti, mostre e idee.
(Copertina del catalogo Aphoto, mostra organizzata in collaborazione fra le due gallerie Marconi-Peccolo)
Poi, in questi ultimi 10 anni ho continuato a venire a vedere le belle mostre del tuo Studio ma non ti ho più incontrato.
Giò mi informava della tua salute e mi garantiva di portarti i miei saluti.
Oggi, 20 maggio 2024, scopro che senza grande clamore ci hai lasciato.
A me, non resta che confermarti la mia stima e il rispetto che ho sempre avuto nei tuoi confronti per il magistrale percorso da te sostenuto nel mondo dell’arte contemporanea e il mio plauso affettuoso.
Chapeau!
Roberto Peccolo